Una notte d'estate
! Il signor Ascanio guardò l'orologio. Mancavano appena cinque minuti alle sei. Guardò le sue lampade, che mandavano una luce gialla, antipatica, e si
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l'ultima volta; tanto che della stessa opera gli accadeva di provvedersi da capo, e di qualcuna aveva comprato i due, i tre, i quattro, magari i cinque
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egli, contorcendosi nel suo seggiolone a bracciuoli. - Mi son lasciato invescare da questi cinque stanzoni, con tante quadrature, cornicioni, cornici
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costole luccicanti per cinque o sei ordini di fregi dorati, dove tra fogliami e svolazzi simmetrici si spampanava un bel fiore, o si rizzava un bel
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intravedeva lì per lì, sarebbe stato troppo grosso. Il signor Ascanio ebbe la presenza d'animo di non lasciar cadere i suoi cinque tomi in folio; scese
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, dalla sarta, ai passeggi, ai tè delle cinque ore, ai teatri; in casa quasi mai, nè l'uno nè l'altra. Casa non amata, casa inamabile! - Oh, questo poi
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